Per fortuna, le sessioni si svolsero per Spagna, il cui eccitante abbraccio assorbi appieno la gentilezza di Bjork, preservando il effetto decisivo dai rischi di una deriva new age.

Per fortuna, le sessioni si svolsero per Spagna, il cui eccitante abbraccio assorbi appieno la gentilezza di Bjork, preservando il effetto decisivo dai rischi di una deriva new age.

Pero evo oramai eta di Homogenic. Che nacque nel cenno dell’Islanda, da intendersi sia appena il ambizione di risultare alle origini tanto che emblema sommo e chiaro di struttura.

Periodo la solita vecchia apparenza di Bjork, giungere il centro della natura da parte a parte una calcolatissima accostamento di affine e digitale.

Concessa detto licenza all’ingegnere del suono Mark Dravs – in passato al sforzo sopra Post – per quanto riguarda l’ideazione di pattern ritmici e perturbazioni sintetiche, l’islandese si concentro sulle melodie, concepite fin dalla periodo di annotazione acciocche godessero del sostegno d’un quartetto d’archi. Aveva tutto durante mente, mediante alcuni modo. Si eta costruita di nuovo una norma, un po’ strampalata per riportare il fedele, in cui le ritmiche simboleggiavano la potere eruttiva e gli archi una nevicata(!).

al momento una acrobazia, pur sapendo quanto il fatica sarebbe stato difficoltoso, credeva di poterlo dare da sola. Anche stavolta, fu costretta verso dimettersi attraverso partecipare oneri e onori unitamente Howie B, Guy Sigsworth e innanzitutto Mark Bell degli LFO. Soprattutto la sofisticata IDM di quest’ultimo lascio un segno intimo nel sound di questi undici pezzi, mezzo dimostra il funk estasiato di Alarm Call, ad un opportunita impotente e vivo, affettuoso e passionale.

Alla perspicace verso gli archi fu ingaggiato un ottetto, perche regala agli arrangiamenti di Deodato un sollievo capace e pregnante, drammaticissimo in Bachelorette – tango commovente capito con causa durante Io ballo da sola di Bertolucci – e arieggiato con Joga, in quanto – seppur prosaicamente dedicato all’amica massaggiatrice – e il passo emblematico del fatica, col conveniente composto di insurrezione e ricordo digitale, fama d’allarme e squallore approssimativamente Sylvian.

Con l’aggiunta di oppure siti incontri bisessuali tranne dappertutto il battibecco si risolve per mezzo di inespugnabile concordia, verso partire dalle pulsazioni sintetiche di Hunter impastate unitamente citazioni del Bolero di Ravel, orga to trasfigurata e il lato in quanto gioca tra astratta preoccupazione e squarci accorati. Lo uguale potremmo dichiarare per Unravel – col passo digitale nel grembo di strumento musicale, corni, archi, arpa verso una ballad memore degli ultimi eterei Talk Talk – e per la conclusiva All Is Full Of Love, nel cui setoso imbroglio elettronico sprofondano gocce di clavichord e gli sbuffi algidi della glass harmonica, realizzando un immaginifico accartocciamento di passato e venturo.

La canto di Bjork appare piu avanti maturata, si trattiene sull’orlo delle antiche lacerazioni (a porzione i torvi melismi nella techno nevrastenica di Pluto) in stringere tensioni diafane e appresso cavalcare tribalismi scoppiettanti. E’ una voce in quanto sembra adesso partire da un casa inesplicabile. Si astrae, arretra l’evidenza fisica appresso quella del simbionte, un po’ appena accade nell’immagine sopra rivestimento. L’individuo Bjork cede il secco all’artista/avatar, circa ripercussione della noto perfezionamento estetica e poetica, tuttavia ancora all’incirca appena aspetto di appoggio stima alle minacciose pressioni del puro apparente.

La “macchia” di Telegram venne subito accantonata qualora Homogenic piovve sul scambio, guadagnandosi ottime recensioni e buone vendite. Insieme cio assieme alla fresca connessione mediante Howie B, a prima vista oltre a tranquilla delle storie precedenti, resero codesto proposizione particolarmente felice.

Il bell’anatroccolo

Laddove Homogenic spediva la sua autrice nondimeno ancora durante apogeo nell’emisfero pop-rock multietnico, violento anche degli straordinari videoclip (quello di Bachelorette del costantemente oltre a fanatico Gondry, quegli sensualmente cyber di All Is full Of Love siglato da Chris Cunnigham) e della ipertrofica prova agli MTV awards (coreografie e costumi da etera nordica durante una Bachelorette perche stemperava nel miscuglio pop adulterazione e sperimentazione, sul soffio di un kitch amabile e astutamente indisponente), personalita cospirava un prossimo da attrice a causa di Bjork.

Epoca a lei invero giacche il regista danese Lars Von Trier pensava stendendo la sceneggiatura di Dancer mediante The Dark. Inaspettatamente, Bjork accetto la esposizione: avrebbe giudicato il indicazione di Selma, la disgraziata e commovente star, e si sarebbe occupata di tutte le musiche. Conoscendo il inclinazione dei due, c’erano le premesse verso un’avventura tormentata, bene cosicche esattamente avvenne. Con il profeta del Dogma 99 e la popstar islandese si alternarono momenti di profonda collaborazione e laceranti dissidi. Le cronache delle riprese – avviate con Svezia nel maggio del ’99 – riportano di solenni sfuriate e rari momenti di dono (col appendice di presunte molestie sessuali da parte del regista, rivelate dalla stessa Bjork nel 2017 per accompagnamento allo scalpore Weinstein).

Quanto alla soundtrack, estraneo base di contrasto furono i testi forniti da Von Trier, prontamente giudicati inadeguati da Bjork, perche chiamo il autore Sjon Sigurdsson a porvi direzione. Il disco acquisi presto energia propria, un albo di canzoni pensate modo un onore al personaggio cosicche la pseudo-attrice capiva di non aver potuto debitamente interpretare sullo schermo. Cercando di rovesciare il sentimento di piu l’ostacolo del conveniente dilettantismo attoriale, Bjork s’immedesimo compiutamente per Selma: improvvisamente il ragione delle ribellioni ai imposizione del organizzatore (in quanto anche periodo l’autore del individuo) eppure anche della sostanziale trionfo dell’interpretazione, cosicche le frutto direttamente la Palma d’Oro al festa di Cannes 2000 che miglior attrice interprete. Lei semplicemente confesso perche avrebbe preferito un dichiarazione in le musiche. E che col cinema aveva chiuso.[/caption]

L’anno del cigno

Quanto verso Selmasongs (One Little Indian, maggio 2000), l’ennesimo rifiuto dai desiderata della opera fu il coinvolgimento di Thom Yorke per I’ve Seen It All, la canto di cima. Yorke fu raccolto a avvicendare la tutt’altro che positivo canto dell’attore Peter Stormer. Una decisione felice in una ballad dal pessimistico debolezza mitteleuropeo, luogo le volute orchestrali (fu ingaggiata un’orchestra di ottanta elementi) e i beat sfrangiati (Bell e Sigsworth erano al momento una volta della partita) costituiscono lo sfondo cinematico del seducente argomento della voce.

Quanto al resto della scaletta, tolta la tipica presentazione in orchestra sopra titoli di inizio di apertura (confettura da Bjork stessa), l’ascolto non soffre l’assenza del supporto visivo maniera addensato accade in le soundtrack. Cio vale di nuovo dal momento che le stranianti situazioni della film – unitamente gli sbalorditivi inserti musical nel noia crudele della trantran – trovano voce nelle strutture dei pezzi, mezzo nella tarscinante In The Musical – una It’s Oh So Quiet trafelata da un venticello produttore – e particolarmente sopra Cvalda, furioso pastiche fra funk e tip tap, robotico e swingante, squarciato da vampe di ottoni, con temporaneo partecipazione vocale di Catherine Deneuve.

Se una 107 Steps gioca piuttosto per giustapporre trame bristoliane e angosce a la Gloomy Sunday, l’eterea Scatterheart e una ninna sonno crepitante sinche non cambiamento sinuosa e noir, nel momento in cui la conclusiva New World e l’amniotica pietas perche – recuperando il argomento della introduzione – procede verso sentimento culmine canto un seguente clone di un precedente perche non smette di occorrere, commossa postilla di un’esperienza travagliata pero – a stimare dai risultati – fruttuosa e durante intricato positiva.